Rotary Club Cairoli

"Alle radici della storia locale"

 

Umberto De Agostino, giornalista della Provincia Pavese, sulla la storia locale ha cominciato a lavorarci fin dalla sua tesi di laurea, che era sulle società socialiste di mutua assistenza, molto diffuse in territorio lomellino, trovando le sue fonti alla Biblioteca dell'Università di Pavia, alla Biblioteca Braidense di Milano, e soprattutto negli archivi locali. Infatti sia le delibere dei Consigli comunali, che di solito sono in buono stato, sia le raccolte dei periodici locali sono uno straordinario serbatoio di notizie su eventi e personaggi: "La Provincia Pavese" esisteva già, ma era un trimestrale; poi c'erano periodici come "La Plebe", "Il Proletario", vicino al socialismo, "Il Risveglio", vicino al fascismo, e "Il Giornale della Lomellina", tutte pagine in cui a De Agostino è capitato spesso di trovare intere colonne bianche come risultato dell'azione della censura.

È da queste fonti che De Agostino ha potuto avere conferma di come quello della Lomellina dei primi decenni del Novecento fosse un mondo diviso: braccianti da una parte e padroni dall'altra. E in questo mondo piccolo, ma denso, avvenivano fatti significativi: per esempio, il 24 maggio 1912 a Ferrera Erbognone ci fu uno sciopero delle mondine locali, che vennero sostituite da altre trasferite in loco col treno.

Questo non è l'unico caso in cui la lotta sociale e politica si accende: nel 1920, a Rosasco, vince le elezioni la lista socialista, che come primo atto politico vota una delibera a favore della Rivoluzione russa. Ma questa viene prontamente annullata dal governo. Infatti poco dopo, nel 1921, proprio alla fine del Biennio rosso (1919-1920), il fascismo trova la sua linfa vitale proprio in Lomellina, che era all'epoca particolarmente "mortaracentrica". Mussolini sceglie Mortara come centro ideale per le sue squadre d'azione, il cui "ras" (termine nato dall'esperienza abissina) era Cesare Forni, ispettore delle squadre di Lombardia, Piemonte e Liguria, quindi decisamente un uomo di potere. Lo testimonia un muro di Semiana, dove ancora oggi è rimasta la scritta «Viva Forni», probabilmente una presa di posizione a suo favore durante le accese lotte intestine tra fazioni fasciste. Infatti a questo gerarca sono legati episodi che fecero sensazione: per esempio, quando il Duce venne in visita a Mortara nel 1921, Giulia Mattavelli, l'amante del conte Carminati Brambilla, che si era insediato nel castello di Semiana sottraendosi all'egemonia di Forni, ebbe un'avventura con Mussolini, a cui si offrì durante la festa da ballo in suo onore. In seguito la stessa donna, che evidentemente era attratta dagli uomini di potere, fu contesa fra lo stesso Forni e un altro gerarca, Giunta, che si batterono a duello con la spada. Dovette intervenire il Duce in persona, imponendo loro di fare la pace, anche se la stretta di mano con cui suggellarono la fine delle ostilità in un'occasione pubblica parve a tutti i presenti molto freddo e formale, a conferma che le rivalità interne alle alte gerarchie fasciste erano tenaci e violente.

 (Uff. Stampa R.C. Cairoli)